Io c’ero: Arrivano l’Asia e l’America Latina

A 25 anni dalla prima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina vogliamo raccontarvi alcuni momenti di questa avventura: quelli che ci hanno più divertito e commosso, quelli da cui abbiamo imparato, quelli che ci hanno permesso di scoprire mondi e autori oggi sulla bocca di molti e allora sconosciuti. Le nostre voci principali sono quelle di Annamaria Gallone e di Alessandra Speciale, le due direttrici artistiche.

Invitiamo tutti a unirsi a noi in questo racconto collettivo, forse il primo realizzato da un festival di cinema, mandando un messaggio a festival@coeweb.org e indicando nell’oggetto “io c’ero“.

Nel 2003 le nostre FINESTRE SUL MONDO sono sempre più spalancate: film in arrivo da Uzbekistan, Australia, Palestina…è l’anno che prelude al passaggio definitivo verso orizzonti più vasti: nel 2004 la rassegna prenderà il nome di Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina. Il 2003 è l’anno in cui presentiamo “Sacrifice” del siriano Oussama Mohamed, il regista poi noto per il bellissimo documentario sulla Siria del conflitto: “L’eau argentée”.

Tra i cortometraggi arrivano i lavori di registi che poi diventeranno famosi, come il franco-senegalese Alain Gomis, uno dei cineasti più importanti nel panorama africano francofono. L’abbiamo visto a Berlino pochi anni fa, ha vinto il FESPACO… Riportiamo a Milano Abderrahmane Sissako e siamo convinte per tutta la durata del Festival che il suo film “Aspettando la felicità” vinca, invece la giuria non lo premia! Il presidente è Michel Ocelot…chi non ha visto “Kiriku e la strega Karabà”? Il 2003 è anche l’anno della sezione monografica sul cinema di animazione africano. Anche in questo caso pubblichiamo un testo dedicato: “African Cartoon”.

Il cinema di animazione non è un genere molto frequentato dagli africani perché costoso. Bisogna però aggiungere che quando un regista africano può cimentarsi con l’animazione incappiamo in vere e proprie “chicche”. Abbiamo già ricordato Moustafà Alassane, regista artigiano e geniale che essendo sempre vissuto in un villaggio sperduto in Niger, si entusiasma tantissimo quando a Milano si trova davanti a un banchetto di scassatissime giocherie cinesi: compra tutto, nulla escluso…

La retrospettiva presentata nel 2003 è quella sul Sudafrica, una delle più belle di sempre “Il cinema sudafricano degli anni ‘50”. Gli anni ’50 in Sudafrica furono mitici: precedevano l’apartheid e a Johannesburg, in particolare nel quartiere di Sophiatown, c’era un grande fermento culturale, soprattutto attorno alla rivista DRUM. Erano gli anni di Miriam Makeba, di Dolly Rathebe e Dorothy Mazuka. Citiamo le ultime 2 singers perché erano 2 grandi dell’epoca e decidiamo di invitarle per l’inaugurazione della 13°edizione del Festival. Ci regalano una splendida apertura jazz al cinema Excelsior. Indimenticabili.

Presentiamo quindi tutti i film che hanno segnato il cinema nero di quegli anni in Sudafrica, tra cui “Come back Africa” in cui canta Miriam Makeba. Da brivido. Ancora oggi.

La 14° edizione è quella in cui il nostro nome, la nostra pelle e il nostro volto cambiano definitivamente. La trasformazione annunciata dai tanti segnali lanciati negli anni precedenti è compiuta: da quest’anno, il 2004, la nostra rassegna si chiama “FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO D’ASIA E AMERICA LATINA” e le copertine dei nostri cataloghi non rimandano più all’arte africana, tratto che le ha sempre contraddistinte. A dire il vero il nostro cuore batte sempre per l’Africa… apriamo il Festival con una panoramica sul cinema africano per garantire la nostra attenzione al continente prediletto.

Creiamo l’evento speciale “Memorie dal Ruanda” per commemorare il decennale del genocidio. In quei 10 anni avevamo raccolto moltissime testimonianze cinematografiche che vogliamo mostrare. Ma il nostro pubblico sul tema del Ruanda è molto più vasto di quello che pensiamo: le sale che predisponiamo non bastano, le code che si formano davanti al Cinema Arcobaleno sono troppo lunghe e molte persone non riescono ad entrare. Avevamo sottovalutato l’attenzione e l’emozione che quei film potevano suscitare!

Prosegue la retrospettiva sul Sudafrica e in questa edizione ci occupiamo del cinema sudafricano a partire dagli anni ’60, gli anni della lotta contro l’apartheid. Portiamo qui tutto quello che in Sudafrica non era stato possibile girare né vedere. Presentiamo “Fools” di Ramadam Suleman, il primo lungometraggio girato da un regista sudafricano nero. Ha potuto girare il suo film solo nel 1997 e, naturalmente, con una produzione francese!

In barba alla nostra nuova edizione dai confini aperti oltre l’Africa, il vincitore della 14° edizione del Festival è il film marocchino “Mille Mois” di Faouzi Bensaidi, uno dei nostri beniamini destinato a divenire sempre più famoso. Anche il premio del pubblico va a un film africano “Na cidade vazia” dell’angolana Maria Joao Ganga… Ma insomma!

Presentiamo il cortometraggio “Black Sushi”, che poi distribuiamo anche. Il film va alla grande. Ancora oggi va alla grande! Sarà per il black? Sarà per il sushi? Sarà per la fusion?

Nell’edizione del 2005 il presidente della giuria è d’eccezione: Wole Soyinka, scrittore nigeriano, Nobel per la Letteratura. Wole è un personaggio carismatico, che si impegna moltissimo con noi. Ci emoziona quando, per un improvviso impegno di natura politica lascia il festival, decide di pagare a sue spese il volo di andata e ritorno Italia/Nigeria. Si guarda i film in aereo e torna in tempo per prendere parte alla riunione della Giuria. Un grande!

Inauguriamo la sezione Nollywood – il cinema nigeriano dell’Africa anglofona. Ripensiamo con allegria ai produttori nigeriani che erano sempre molto orgogliosi di spiegarci il loro metodo di lavoro: si gira a casa del cugino in 3 giorni e il film è pronto. Veloce anche la durata della vita dei film: non più di una settimana, tanto erano popolari (o piratate) le loro fiction! Sono gli “Ed Wood” dell’Africa: “buona la prima!”.

Non ci dilunghiamo sulle storie spassose ed iperboliche raccontate nei film di Nollywood, bastano i titoli: ”Gemelli pericolosi”, “ IGODO: la terra dei morti viventi”, “Lacrime blu”, “L’ultima ragazza in piedi”…

(Alessandra Speciale e Annamaria Gallone)

Ferid  Boughedir

Ferid Boughedir

France Zobda e Ferid Boughedir in ginocchio

France Zobda e Ferid Boughedir in ginocchio

Zappoli

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