Mini-recensioni: Man Without a Cell Phone

I film del Festival commentati dai ragazzi del COE che ne hanno curato la sottotitolazione, con il coordinamento di Laura Notaro.

Man Without a Cell Phone

Chi sarebbe capace oggi, di vivere più di un giorno senza cellulare? È una domanda che sorge spontanea dopo aver visto Man Without a Cell Phone. È un film che fa sorridere e riflettere allo stesso tempo. Il tema è attuale ma trattato nel modo più semplice e sincero. È il mondo che cambia ed è un mondo dove le vecchie generazioni, con i loro principi e l’abitudine degli amici anziani di trovarsi e chiacchierare, si scontrano con quelle nuove, menefreghiste e attaccate al cellulare. Ci sono novità difficili da mandar giù. Certo, la storia si concentra sulla costruzione di una «maledettissima antenna» che « qualcuno» fa di tutto per rimuovere. Il titolo stesso si sofferma su questo. Ma è un’evidente metafora di quanto lo sviluppo ci faccia perdere la vera prospettiva delle cose; diventa più facile mandare una mail che una lettera, si fa prima a scrivere un messaggio che chiamare, o è più comodo chiamare un persona invece di trovare il tempo per vederla. E senza rendercene conto, perdiamo il contatto con gli altri. «Magari troverai dei principi un giorno o l’altro!». E qualcuno alla fine li ritrova, i principi perduti.

(Anna Morato)

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