Rotterdam, Berlino: i festival internazionali dedicano tutti un focus sulle rivoluzioni arabe

L’International Film Festival di Rotterdam fa una scelta retrospettiva e si focalizza su due paesi, Egitto e Siria, presentando una raccolta di cortometraggi e lungometraggi che già in passato facevano presentire l’oppressione sociale e culturale insopportabile.

Il curatore Peter van Hoof si propone di capire le rivoluzioni ricercando quelle immagini con cui i registi già da tempo avevano mostrato i sentimenti della popolazione araba. Questa impostazione della rassegna nasce dalla

evidenza resa chiara dai film e installazioni della rassegna: non si tratta di una rivoluzione improvvisa alimentata da Facebook e Twitter. I social network hanno giocato un ruolo importante per la rapida diffusione di notizie, ma la maggior parte dei manifestanti non ha usato Facebook o Twitter. Inoltre: le rivoluzioni non si sviluppano a causa di slogan a 140 caratteri.

Non la pensa allo stesso modo la Berlinale, che parte proprio dai social network ed i film sulle proteste e le violenze che ne sono conseguite per mostare come abbiano influito in modo sostanziale sulla percezione delle rivolte nel mondo arabo.

In programma presentano documentari e film di fiction recenti e sono state organizzate varie tavole rotonde tra cui: Changing perspectives: The Arab World Defining Its Future con Tahar Ben Jelloun, scrittore, Nadia El-Fani, filmmaker, Viola Shafik, regista di documentari; e Documenting Revolution con Hania Mroue, organizzatrice del festival, Nadia El-Fani, filmmaker, Hala Galal, filmmaker, Nora Younis, giornalista, attivista e blogger.

Anche alla 22° edizione del nostro Festival presenteremo un focus chiamato Mondo arabo Atto II, concentrandoci in modo particolare sulle rivolte e post-rivolte viste dai nostri documentaristi italiani.

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